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01 Nov
01Nov

È cronaca ormai quotidiana che le Stazioni italiane siano diventate il ricettacolo di sbandati, senzatetto, persone per vari motivi ai margini e, soprattutto, punti di spaccio per droga e prostituzione, tanto da essere percepite dall’immaginario collettivo, come luoghi da frequentare, obtorto collo, quando proprio non se ne può fare a meno. La Stazione Ferroviaria, oltretutto, include all’interno dello stabile, anche un posto dedicato alla Polizia Ferroviaria, deputata al buon svolgimento delle azioni quotidiane in quell’ambito. Funzioni di controllo, di repressione del microcrimine, di rispetto delle regole, anche per le auto che vi si avvicinano alla pensilina esterna alla Stazione per recuperare un amico o un parente giunto chissà da dove. Qui si dovrebbe aprire un discorso complicato e al tempo stesso contorto; basterà dire che a Novara, la Polfer, a volte coadiuvata dai colleghi della Questura e dalla Polizia Urbana, fa quello che può, certamente con un numero di agenti sottostimato e con regole d’ingaggio sicuramente obsolete e non più al passo con i tempi che tutti conosciamo e che, purtroppo, caratterizzano negativamente questo luogo di transito di centinaia di passeggeri al giorno. Ma tant’è. Come se ciò non bastasse, peggio fa, la cattiva gestione da parte del proprietario di casa (Ferrovie dello Stato, Rete Ferroviaria italiana, Trenord, chiamatela come volete ma ci siamo capiti, per quanto riguarda la manutenzione e il decoro del manufatto stesso. Vero è che se i sottopassaggi pedonali hanno subito un restyling da non molti anni, divenendo più luminosi e tecnicamente aggiornati, è indubbio che sono lasciati alla mercé di sé stessi, nessuno che controlla, lavori edili che ormai durano da anni, niente bar, tabaccaio, non una semplice macchinetta per l’acqua in bottiglia, una sola biglietteria aperta. Sembra, per chi come me l’altro giorno ha dovuto recarsi nella vicina Milano con il treno, di entrare nella terra di nessuno, dove chiunque si sente libero di usare quel posto a suo piacimento, anche come una latrina per orinare (molti segni di minzioni, sono presenti quotidianamente nei sottopassi e sugli ascensori n.d.r) o per vomitare gli eccessi di qualsiasi situazione pregressa di sballo. Non mi avventuro circa la pericolosità di quel luogo, perché dovrei tediarvi con almeno diecimila battute ma, visto che si tratta di prassi comune, ognuno tragga le proprie argomentazioni su questo argomento. Al di la di tutto ciò, sintomo di problematiche ogni giorno più pericolose, se ci si addentra per arrivare sotto le pensiline e ai binari, un’altra cosa ha attirato la mia attenzione; i binari erano completamente sommersi da erbacce e da incuria ormai protrattasi nel tempo, (vedi foto) il che sta a significare che, anche in questo caso, nessuno fa niente per evitare che il fenomeno accada. L’incuria, la carenza di personale, lo stato di degrado e, alla fine, anche una sensazione di tristezza, sono ciò che mi è rimasto dal viaggia a Milano. Anzi, no, ancora una cosa ve la voglio proprio dire: avevo, come mio solito quando viaggio in treno, prenotato la prima classe, sia per l’andata che per il ritorno ma…… con mio grande disappunto e una buona dose di stupore (e anche quello della persona che con me ha viaggiato quel giorno n.d.r.) mi sono accorto che la prima classe per quel treno regionale Torino Porta Nuova/Milano Centrale, semplicemente non esisteva. Vi erano solo carrozze di seconda classe, ovviamente strapiene; alla mia domanda perché non ci foss la carrozza di Prima Classe alla gentile signorina delle F.S. del tutto incolpevole del fatto, mi sono sentito dire: “Non vi erano più carrozze disponibili, chieda il rimborso dell’eccedenza del costo della prima classe”. Ma vi pare? Pago per un servizio e scopro che il servizio….. semplicemente non c’è! Senza parole!

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