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24 Oct
24Oct

Splendido convegno a Novara - Sala dell'Arengo del Broletto. 
Patrocinio del Comune di Novara e dell' Ordine degli Architetti. 
Nasce da un'idea dell' amico Alessandro Colli al quale il sottoscritto ha dato una mano nell'organizzazione dell'evento, che ha ottenuto un eccezionale riscontro. 
Dedicato a Gianbattista Colli, amico fraterno, architetto ed insigne studioso di arte antica e contemporanea. 
È stato per me un onore ricordarlo! 
Grazie a tutti gli organizzatori ed ai sontuosi relatori, ineccepibili nel descrivere una figura storica di Novara e Provincia, ALESSANDRO ANTONELLI, che tanto lustro ha dato e tante meraviglie ci ha regalato

Alessandro Antonelli nasce a Ghemme, in provincia di Novara, il 14 luglio 1798 dal notaio Costanzo e dalla sua seconda moglie Angiola Bozzi, casalinga; è il quintogenito di ben undici figli.Dopo aver frequentato il liceo artistico a Milano, si indirizza verso gli studi di architettura presso l'Accademia di Brera, per poi spostarsi a Torino all'Accademia Albertina; conseguita la laurea in Architettura e Ingegneria, svolge per quattro anni attività negli uffici tecnici demaniali del capoluogo piemontese.Vincitore nel 1828 del prestigioso Prix de Rome, a seguito di un concorso indetto dall'Accademia Albertina (con il progetto di una biblioteca), si reca a Roma per un periodo quinquennale di formazione. Durante questi cinque anni studia in modo approfondito la geometria descrittiva, in particolare sotto la guida del professor Carlo Sereni[2]; ha inoltre modo di vedere dal vivo le maestose architetture civili e religiose della città, che apprezza particolarmente, e di stringere amicizia con vari scultori emergenti, tra cui Bertel Thorvaldsen. A lui chiederà di costruire l'altare maggiore della cattedrale di Novara, uno dei suoi primi progetti. Al termine del periodo di studi, nel 1833, Antonelli fa ritorno in Piemonte.A Torino viene nominato professore di architettura, prospettiva e ornato all'Accademia Albertina, incarico che mantiene dal, giovane donna di nobile famiglia cremonese, dalla quale ha due figli; il maggiore, ingegnere Costanzo, e una figlia morta prematuramente a soli 19 anni.[3]Sempre in Piemonte, elabora presto una concezione funzionale dell'architettura, incentrata sullo stile neoclassico e talvolta eclettico, che gli suggerisce un ambizioso piano di sistemazione urbanistica del centro storico di Torino e in particolare del quartiere Vanchiglia; ivi costruisce la celebre Mole Antonelliana, la Casa Scaccabarozzi (meglio nota come Fetta di Polenta) e la Casa Antonelli, edifici, questi ultimi, nei quali ha anche abitato con la moglie. Inoltre contribuisce massicciamente allo sviluppo civico e urbano della città di Novara, con la costruzione della cupola della basilica di San Gaudenzio, della vicina Casa Bossi e il progetto di ricostruzione della cattedrale di Santa Maria Assunta.Il suo carattere forte e determinato, ma al tempo stesso talvolta generoso, lo porta però ad avere numerosi contrasti e incomprensioni con i propri clienti e molte delle sue opere verranno realizzate solo parzialmente o con importanti modifiche.A partire dagli anni sessanta dell'Ottocento Antonelli (in qualità di rappresentante dell'Accademia Albertina di Torino) viene nominato membro della commissione incaricata di valutare i progetti della facciata della cattedrale di Santa Maria del Fiore, incompleta dai tempi del Rinascimento. L'architetto tuttavia abbandona la commissione e partecipa al concorso in qualità di progettista, ma le sue soluzioni vengono scartate.[4]Per buona parte della sua vita svolge anche attività politica, come consigliere regionale e provinciale e, per circa due mesi, come deputato del Regno di Sardegna.Alessandro Antonelli muore nella sua abitazione di Torino nel 1888, all'età di novant'anni compiuti. Gli sono stati tributati funerali di rito cattolico e successivamente il suo corpo è stato sepolto nella tomba di famiglia, posta all'entrata del cimitero del comune di Maggiora.

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