Chiamata alle urne
Un alleato di Saied, è stato presentato come candidato per simulare la presenza di una competizione elettorale. L’altro candidato, Ayachi Zammel, imprenditore del settore agricolo, è stato condannato per frode a settembre in un processo ritenuto da molti essere politicizzato. Dalla sua cella a Zammel è stato impedito di portare avanti una campagna elettorale effettiva. Nonostante la richiesta di posticipare il processo fino a dopo le elezioni, avanzata dagli avvocati di Zammel, questa è stata disattesa. Pochi giorni prima del voto, il 3 ottobre, la corte d’appello ha confermato la condanna di Zammel a tredici anni ed otto mesi di reclusione, una decisione sorprendentemente veloce per i canoni della giustizia tunisina. Gli avvocati di Zammel hanno dichiarato: “Ayachi Zammel resterà in lizza per le presidenziali. Solo la morte potrà fermare la sua candidatura,” e hanno proseguito la campagna elettorale in sua assenza. Nonostante non abbia potuto partecipare attivamente alla campagna, il nome di Zammel è rimasto nelle schede elettorali, visto che non vi sono disposizioni giudiziarie che ne ordinino la rimozione. In questo scenario, Zammel è diventato inaspettatamente e quasi senza volerlo il principale candidato di opposizione. Nel recente clima di repressione politica in Tunisia, numerosi leader politici sono stati esclusi dalle competizioni elettorali presidenziali. Le candidature di figure note come Mondher Zneidi, ex ministro sotto la presidenza di Ben Ali, Abdellatif Mekki, ex capo del partito islamista Ennahda, e Imed Daïmi, consigliere dell’ex presidente Moncef Marzouki e vicino a Ennahda, sono state inizialmente respinte. Nonostante una decisione del tribunale amministrativo di Tunisi avesse revocato queste esclusioni a metà settembre, un’azione rapida dell’entourage presidenziale ha indotto il parlamento a rivedere le normative elettorali appena nove giorni prima del voto, limitando di fatto l’influenza del potere giudiziario amministrativo sulle decisioni dell’ISIE, l’organo di supervisione delle elezioni. Contemporaneamente, la repressione ha raggiunto anche altri candidati di spicco, i quali non hanno potuto partecipare né alle elezioni né alle campagne elettorali a causa della loro detenzione. Molti di questi appartengono al Fronte di Salvezza Nazionale, un’alleanza creata in risposta al presunto colpo di stato di Saied, che include membri di Ennahda e prominenti figure politiche attive in Tunisia tra il 2020 e il 2021. Tra i detenuti più noti figurano Abir Moussi del Partito Desturiano Libero, legata al precedente governo di Ben Ali, e Rached Ghannouchi, il leader di Ennahda. Il profilo di Ayachi Zammel Ingegnere chimico che ha assunto il controllo dell’azienda agricola di famiglia, specializzata nella produzione di olio d’oliva e pomodori, è diventato un esempio vivente delle misure restrittive adottate dal presidente tunisino Saied contro certe figure della società. Saied, considerando gli imprenditori come avversari dello stato e simboli di corruzione radicata, ha portato alla luce queste tensioni. Originario della zona rurale di Siliana nel nord della Tunisia, Zammel, membro del partito liberale Tahya Tounes, è stato eletto al parlamento nel 2019. Tuttavia, il 25 luglio 2021, un decreto di Saied ha impedito agli eletti di accedere al parlamento, inaugurando una serie di riforme che hanno notevolmente limitato le funzioni dello stesso. Dopo la perdita del suo ruolo parlamentare, l’ingegnere si è allontanato dalla scena politica fino a riemergere come possibile candidato per le elezioni presidenziali. Considerato un moderato con solidi legami nel mondo degli affari, si distingue per le sue politiche temperate. Tra le sue proposte vi è l’eliminazione del decreto presidenziale n. 54, che punisce con il carcere la diffusione di “informazioni false”, una legge che recentemente è stata utilizzata per incarcerare giornalisti, attivisti ed oppositori politici. Ayachi Zammel emerge come la scelta preferenziale per gli elettori che intendono contrastare Saied ed il suo approccio autoritario al governo. Il suo volto è diventato, senza che lui lo cercasse, un’icona raffigurata sulle magliette di attivisti che sollecitano elezioni eque e trasparenti.
Fonti: https://www.ilpost.it/2024/10/07/kais-saied-elezioni-tunisia/ https://www.ilpost.it/2024/10/06/tunisia-elezioni-presidenziali-ayachi-zammel/