Dal 14 dicembre è in vigore la riforma del codice della strada voluta dal governo e dal Ministro Salvini.Le nuove norme sono ispirate al rigore: sospensione automatica della patente per chi usa il telefonino mentre è alla guida; inasprimento delle sanzioni per chi guida in stato di ebrezza; tasso alcolico zero per i neopatentati; targhe, casco ed assicurazioni per i monopattini; multe ancora più salate per l’eccesso di velocità; sanzione unica aumentata per chi incorre due volte nella stessa violazione nel medesimo tratto di strada entro un’ora; sospensione della patente per chi risulta positivo al test antidroga a prescindere dall’esistenza di un’effettiva alterazione psicofisica in atto. Non c’è dubbio, la riforma contiene delle cose positive, figlie della presa di coscienza che un’auto, un camion, ma anche un nuovo mezzo di trasporto quale il monopattino, possono essere delle armi in grado di uccidere. Occorre la consapevolezza, pero’, che la continua proliferazione normativa non è la bacchetta magica che risolve i problemi. Ciò in quanto le norme esistevano anche prima. Evidenzio comunque due aspetti. Il primo, riguarda la disposizione che prevede la sospensione della patente per chi ha assunto in precedenza droghe, ma non è in stato di alterazione psicofisica. In questo caso è prevista comunque la sospensione della patente: ci saranno dei problemi in quanto la norma vuole colpire surrettiziamente chi fa uso di droghe, a prescindere dal pericolo per la circolazione stradale. Penso, ad esempio a chi deve usare l’auto per lavorare. Poi, c’è la questione dei controlli, che sono stati efficaci e dimostrativi nelle prime ore di applicazione delle norme, ma che dovranno esserlo sempre con impegno su questo e non su altro da parte delle forze dell’ordine. Buona domenica, buona settimana.