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29 Dec
29Dec

Il Parlamento ha approvato la legge di bilancio 2025. Il dibattito politico si concentra su due questioni, una di merito, l’altra di di metodo. Quanto al merito, la maggioranza sostiene che si tratta di una manovra prudente che però va nella direzione dell’attuazione del programma elettorale in quanto sostiene i redditi medio-bassi, aiuta le famiglie con figli, stanzia soldi per la sanità e riduce la pressione fiscale, soprattutto per chi assume. Le opposizioni, di contro, la ritengono una manovra recessiva e di soli tagli. A mio avviso, ha più ragione la maggioranza e le argomentazioni delle opposizioni svolgano semplicemente il compitino di criticare il governo. Insomma, non si percepisce alcuna visione e proposta alternativa. Senza contare che se il governo italiano, in questo momento, è oggettivamente il più stabile e forte d’Europa (pensiamo a cosa sta succedendo in Francia e in Germania) un motivo ci deve pur essere. Sul metodo, i senatori lamentano che la manovra è stata discussa soltanto alla Camera perché il Senato ha dovuto votare un testo blindato, con il voto di fiducia. Questo rilievo è fondato e forse occorrerebbe una modifica dei regolamenti parlamentari che preveda un tempo minimo di discussione in ciascun ramo del parlamento. Ma va detto che si abbiamo a che fare con una questione più di forma che di sostanza perché il Parlamento, al di là del colore della maggioranza, sulla legge di bilancio deve esprimere un voto politico, un sì o un no. Il contenuto della manovra è talmente articolato e complesso che è impensabile non avere una regia saldamente in mano al governo. Con il voto di ieri possiamo dire che l’anno politico, tralasciando ovviamente quello che sta succedendo a livello internazionale, si conclude bene. Buona domenica, buona settimana e buon 2025.

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