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02 Jan
02Jan

Nel corso del governo di Bashar Al Assad, il sostegno di un cerchio ristretto di leali, tra cui spicca la figura di sua moglie Asma al-Assad, è stato decisivo. A dieci anni dall’inizio della guerra in Siria, nel 2021, si era ventilata l’ipotesi che Asma potesse assumere la presidenza dopo il marito. “The Economist” ha reso noto che un rappresentante della famiglia Assad aveva esplorato questa possibilità con funzionari statunitensi, sottolineando l’interesse di Asma per il ruolo e la considerazione di tale scenario come una via per salvaguardare il potere. Maher, il fratello minore di Bashar e capo della Quarta Divisione Blindata, si è tuttavia mostrato nettamente contrario.Asma al-Assad è nata a Londra nel 1975 con il nome di Asma Fawaz al Akharas. È cresciuta in una dimora familiare nel quartiere di classe media di Acton, ad ovest della capitale britannica. Figlia di Fawaz Akhras, cardiologo, e Sahar Akhras, ex primo segretario dell’ambasciata siriana a Londra, entrambi originari di Homs, la sua famiglia sunnita ha mantenuto forti legami con la comunità islamica londinese.Educata in un istituto cattolico, Asma ha ottenuto una laurea presso il King’s College in Scienze del Computer e Letteratura francese, acquisendo la capacità di parlare fluentemente francese, spagnolo, inglese ed arabo. La sua carriera inizia nel settore finanziario, dove ha ricoperto il ruolo di analista economica degli hedge fund alla Deutsche Bank, operando tra Europa ed Asia orientale, e poi presso JP Morgan a Londra e New York per due anni.La vita professionale di Asma ha incontrato un punto di svolta durante una vacanza in Siria nel 1994, dove ha incontrato quello che sarebbe diventato suo marito, come riporta Mirror. Nonostante avesse la possibilità di seguire un MBA a Harvard, come sottolineato dal Telegraph, ha scelto di sposare Bashar nel 2000 a Damasco. La coppia ha tre figli: Hafez, Zeyn e Karim.Asma al-Assad, da tempo figura chiave nelle pubbliche relazioni del governo siriano, si è impegnata per anni a dare un’impronta di glamour all’immagine istituzionale del suo paese. Un articolo dettagliato apparso su Vogue nel 2013, intitolato “Asma al-Assad, una rosa nel deserto”, celebrava l’impegno sociale e politico della first lady. Questa rappresentazione positiva venne però messa in discussione quando, pochi mesi dopo, The New York Times espose una campagna d’immagine accuratamente orchestrata, sottolineando come un’agenzia di comunicazioni americana fosse stata remunerata con 5000 dollari mensili per curare i rapporti tra Vogue e la signora Assad.L’aura di Asma al-Assad subì una forte battuta d’arresto quando vennero pubblicate sue e-mail in supporto alla violenza del governo e vantandosi di spese ingenti per lussi personali. Anni prima, The Sun aveva già evidenziato il netto contrasto tra il lusso sfrenato della coppia presidenziale e le gravi sofferenze subite dalla popolazione siriana, con articoli che descrivevano Bashar al-Assad e la moglie come figure distaccate, immerse in un’esistenza di opulenza mentre il paese era teatro di violenze. Inoltre, nel 2012, rivelazioni di WikiLeaks mostravano Asma impegnata in acquisti sfarzosi, come 250.000 sterline in arredamenti ed un paio di scarpe da 5.000 sterline con cristalli, inviate a Dubai per evitare le sanzioni internazionali, nel pieno della crisi siriana.Il palazzo presidenziale della famiglia Assad, un’imponente struttura disegnata dall’architetto giapponese Kenzo Tange e costruita nel 1979, è stato realizzato ad un costo di un miliardo di dollari, come emerso da un documento ufficiale del 1989 consultato da The Sun. Il fratello Maher La relazione tra Bashar e Maher Assad si è deteriorata nel corso degli anni, in parte a causa delle loro preferenze divergenti per gli alleati internazionali. Il quotidiano arabo al Daraj ha riportato come Bashar Assad abbia scelto di diminuire l’influenza dell’Iran in favore di quella russa, mentre Maher Assad, noto per la sua natura aggressiva ed irruente, abbia continuato a sostenere l’Iran. Uno dei principali punti di contesa tra i fratelli riguarda il traffico del Captagon, gestito da Maher in collaborazione con Hezbollah, che mantiene forti legami fino al Sud America.Come misura per contenere il potere del fratello, Bashar ha ridotto la parte dei guadagni di Maher derivanti dal narcotraffico. Le discordie tra i due, tuttavia, hanno radici ben più profonde: collaboratori vicini a Maher, quali Mohammad Hamsho e Khaled al Zubaidi, sono stati allontanati da posizioni di rilievo, con quest’ultimo anche soggetto a sanzioni interne.Le origini delle tensioni tra i fratelli Assad possono essere fatte risalire agli anni ’90, quando la morte di Bassel al-Assad in un incidente automobilistico ha lasciato Bashar, fino ad allora marginalizzato nei circoli del potere, come il successore di Hafez al-Assad. Maher, sebbene militare, non è stato scelto dal padre come erede, forse a causa del suo carattere impulsivo o della paura di un’altra lotta per il potere, simile a quella tra Hafez al-Assad e suo fratello Rifaat negli anni ’80. Il Captagon: il “socio occulto” del governo Assad Maher Al Assad a “capo” del narcotraffico? Il Captagon, il cui nome scientifico è fenetillina, è uno stimolante che fonde le proprietà delle anfetamine con quelle della teofillina, un trattamento per l’asma. Originariamente sviluppato negli anni ’60 dalla compagnia tedesca Degussa per trattare la narcolessia ed i disturbi dell’attenzione, fu proibito nel 1986 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il suo alto potenziale di abuso. Attualmente, la Siria domina il mercato globale di questa sostanza, controllando approssimativamente l’80% della sua produzione mondiale, pur non essendo storicamente un centro di produzione primario.Il veto dell’OMS spostò la produzione illegale verso la Bulgaria. Qui, il regime comunista, in cerca di valuta estera, trasformò il paese in un punto di riferimento principale per il Captagon nel Medio Oriente. Tale commercio illecito prosperò fino all’ingresso della Bulgaria nell’Unione Europea nei primi anni 2000, evento che costrinse il paese a intensificare i controlli su tali attività.In seguito, la Siria ha assunto rapidamente un ruolo di leader nella produzione. Attraverso un programma di formazione in Bulgaria, i chimici siriani acquisirono le competenze necessarie per instaurare una produzione su larga scala nel loro paese. Le prime unità di produzione clandestine emersero lungo il confine con il Libano, inizialmente sotto la gestione di Hezbollah, già noto per il traffico di hashish. Il conflitto siriano ha poi elevato questa iniziativa locale ad una vera e propria industria controllata dallo stato. La Quarta Divisione dell’esercito siriano, guidata da Maher al-Assad, ha esteso il suo controllo sull’intera catena di produzione e distribuzione, cementando la posizione della Siria come un cosiddetto narco-stato. Analogamente a quanto avvenuto in Bulgaria durante gli anni Ottanta, il traffico di Captagon è diventato la principale fonte di valuta estera per un governo soggetto a severe sanzioni internazionali. La diffusione del Captagon Il Captagon è prevalentemente identificato come una droga del Medio Oriente. Gli esperti della DEA americana affermano come non vi sia una significativa preoccupazione per la sua diffusione negli Stati Uniti, data la prevalenza di altre droghe sintetiche molto più potenti, come il fentanyl. Similmente, il fenomeno del Captagon in Europa è considerato marginale, come confermato da Europol che segnala la mancanza di un mercato interno per questa sostanza.In Europa, le operazioni di sequestro sono principalmente connesse alle vie di traffico internazionale. Un esempio eclatante è avvenuto nel luglio 2020 quando, nel porto di Salerno, le autorità italiane hanno intercettato un carico record di 84 milioni di pillole di Captagon, stimato un miliardo di dollari. Questo carico, proveniente dal porto siriano di Latakia, era presumibilmente destinato ai mercati del Golfo Persico, con l’Europa utilizzata come via di passaggio per mascherare l’origine delle pillole.La produzione e distribuzione del Captagon è stata profondamente influenzata dalla situazione politica in Siria. Chris Urben, ex funzionario della DEA citato dal New Yorker, ha rivelato che durante il governo di Assad, il controllo sulla produzione era fortemente centralizzato nelle mani delle forze militari siriane; la caduta di Assad ha portato ad un cambiamento significativo nella gestione di tale attività. Mohammad al Jolani, il successore di Assad, ha dichiarato, come riportato dalla CNN, che la Siria è diventata il maggior produttore mondiale di Captagon. Nonostante i cambiamenti al vertice, la richiesta del farmaco nei paesi del Golfo è rimasta elevata, con l’Arabia Saudita che si distingue come il principale mercato consumatore. Secondo quanto riportato dal New Yorker, il 40% dei consumatori sauditi di Captagon ha un’età compresa tra i 12 e i 22 anni ed utilizza la droga prevalentemente come stimolante per lo studio o il lavoro. Arianne Ghersi

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