Cookie PolicyPrivacy Policy
21 Jan
21Jan

Finalmente il momento è arrivato: nella giornata ieri, alle 12.00 in punto (le 18.00 secondo l’orario italiano) Donald Trump è divenuto ufficialmente il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America. Il suo discorso inaugurale sta da ore dominando il dibattito pubblico in un po’ tutte le piattaforme online, con i suoi punti più memorabili che riassumono la battaglia politica di Trump, e le vicende che lo hanno coinvolto negli ultimi tempi.“The Golden Age of America begins right now” […..] “Our top priority is to create a nation that is proud, prosperous and free.” [….] “America’s decline is over” […..]“I was saved by God to make America great again” […]: con queste trionfanti parole Trump ha ribadito la linea patriottica già riassumibile nello slogan America’s first. Le sue intenzioni appaiono chiare: riportare agli Stati Uniti, paese da tempo terribilmente in crisi, l’orgoglio perduto. Il neo-presidente ha poi ribadito i punti chiave che intende mettere in atto nel suo mandato: il contrasto all’immigrazione clandestina tramite l’annullamento dello Ius Soli (la cittadinanza automatica ai figli di immigrati nati in suolo statunitense) e il piano di rimpatri ed espulsioni (che non sono delle deportazioni, come dicono erroneamente certi media), il rifiuto dell’ideologia gender – ribadendo la realtà degli unici due sessi e generi esistenti, quello maschile e quello femminile – il ritiro degli USA dagli accordi di Parigi del 2015 rispetto alle politiche green. Insomma, il contrasto all’ideologia woke – che dal 2020 ha monopolizzato gli Stati Uniti e quindi, ovviamente, anche l’Europa – sembra essere una sua, se non LA sua priorità. E dagli torto. Effettivamente nelle ultime settimane abbiamo assistito a un generale dietrofront rispetto alle politiche “inclusive”, con aziende come la Disney, Mcdonalds e Amazon che si sono affrettate ad adeguarsi alla nuova ondata. Perfino Mark Zuckenberg – da anni in prima fila tra le forze globaliste – sembra avere cambiato fazione. Un cambiamento così repentino è un atteggiamento facilmente classificabile come un po’ vigliacco, ma la censura che Zuckenberg dichiara di essere stato costretto ad applicare su temi come il controversissimo Covid 19 o l’ideologia gender ha comunque un forte impatto.Ma è soprattutto il riferimento fatto da Trump all’attentato in Pennsylvania, avvenuto il 14 luglio scorso, a fare molto riflettere: dicendo di essere stato salvato da Dio, egli sembra fare riferimento a una battaglia di natura spirituale prima ancora che politica, economica e sociale. Ha anche affermato che nessun altro presidente USA è perseguitato come lui, come se al giorno d’oggi la posta in gioco sia diversa da una “semplice” elezione presidenziale. Il fatto che poi Donald Trump sia considerato una sorta di salvatore, se non addirittura un Messia, da milioni di statunitensi (e non solo) sembra confermare questa linea.Tuttavia, è bene tenere sempre in considerazione che gli esseri umani sono creature imperfette, e che idealizzarli è molto pericoloso. Per quanto l’Europa dipenda dagli Stati Uniti, e per quanto avere come loro presidente una figura come Donald Trump possa essere di buono auspicio, siamo noi i principali artefici del nostro destino. La responsabilità di come è fatta la società appartiene prima di tutto a ognuno di noi. Soltanto la volontà individuale, di ogni persona, può davvero cambiare la nostra realtà.

Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.