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25 Apr
25Apr

L COLLEGIO GALLARINI

Sembra che alcuni luoghi abbiano un destino segnato, quasi siano stati creati ad assolvere uno scopo predefinito. È quello che è successo al “Gallarini”: situato sulla linea orientale dell’antico castrum, giusto sotto la grande isola sacro-devozionale episcopale e capitolare, l’edificio attuale sede del Conservatorio di Novara ha calcato una terra che, per quasi tre secoli, ha avuto il semplice quanto arduo compito di dedicarsi all’educazione dei ragazzi. Dall’idea di un saggio mecenate che sperimentò sulla propria pelle il valore della autorealizzazione, ovvero di Antonio Maria Gallarini (1682-1745), imprenditore agricolo della bassa novarese, si voleva permettere a giovani maschi di famiglie non altolocate e territorialmente disperse di avere una formazione di base, con un modello parallelo a quello delle concorrenti istituzioni ecclesiastiche; la volontà testamentaria di Gallarini del 1744 era quella di costituire un istituto di formazione nella sua casa di Sillavengo con un rettore, suo discendente e sacerdote (in caso di assenza dei requisiti ci avrebbe pensato il vescovo) a sbrigare le pratiche amministrative, e due maestri ad assolvere quelle dell’insegnamento di grammatica, umanità e retorica, il tutto per una trentina di alunni paganti o con posti gratuiti e semigratuiti. Le difficoltà logistiche, economiche e l’insalubrità del luogo scelto, orientarono il discendente, Francesco Antonio Gallarini, previo permesso del vescovo e breve di Benedetto XIV, a spostarsi a Novara in quello che all’epoca era chiamato Ospedale degli spagnoli o Casone, per la sua forma piuttosto grossolana ed essenziale. Era il 1755 quando il giovane istituto si trasferì nella sede dell’ospedale militare, appena fuori le mura, fatto erigere nel 1684 sul sedime di una vecchia casa con appezzamento confinante con la piazza del castello; l’ospedale fu dismesso nel 1706 con l’ingresso degli austriaci a Novara e passò nel 1750 nel patrimonio vescovile; sin da allora era stato ceduto dal vescovo in enfiteusi ai sacerdoti Gaudenzio e Giulio Luigi Vecchi per un convitto con scuole interne. La gestione dei fratelli Vecchi fu confermata da Francesco Antonio anche quando la proprietà del Casone passò proprio a lui, avendola acquistata nel 1766 dal vescovo Balbis Bertone. Nonostante contrasti circa l’interpretazione del lascito con conseguenti conflitti di natura economico-giuridica, il buon andamento dell’istituto e i risultati raggiunti dai convittori, permisero alcuni lavori di ampliamento dell’edificio come tuttora testimoniato; sempre durante la gestione Vecchi, esattamente nel 1765, per la stagione artistica di carnevale, due opere furono direttamente eseguite dai convittori portandoci sicuramente la più importante testimonianza del fare musica fin dall’inizio della storia dell’istituto: Giuseppe riconosciuto su testo di Metastasio assieme a Il Baldassarre di padre Francesco Ringhieri, entrambi musicati dal torinese Lorenzo Coggiola, sono i titoli documentati dai rispettivi libretti superstiti che raccontano di consuetudini nelle quali le arti erano al servizio dell’intrattenimento e della partecipazione culturale. Tra alti e bassi, più i bassi in epoca rivoluzionaria e napoleonica, il “Gallarini” si amplia e si sviluppa ulteriormente. Basata su di un labile equilibrio tra il potere civico e quello ecclesiastico, la vita del collegio, nel frattempo tornato sotto il controllo episcopale, ebbe un sussulto durante la Restaurazione con il vescovo Morozzo: nel 1828 questi emanò un decreto con il quale il convitto veniva trasferito a Miasino, associato al seminario della località cusiana sulla base di una lettera negativa del suo vicario, Scavini, in merito al suo andamento simile “più a locanda che a luogo di istruzione”. La comunità di Novara, assieme ai comuni della bassa novarese che usufruivano dei posti al convitto, si ribellò alla decisione e, dopo l’intervento del sovrano Carlo Felice, venne stipulata, nello stesso anno, una convenzione che ribadiva la sede novarese, l’osservanza delle volontà del fondatore e il carattere laicale dell’istituzione pur con l’accompagnamento spirituale episcopale. Nel 1841, dopo ulteriori lotte e contrasti, raggiunti tempi di maggiore prosperità, iniziarono i lavori di ampliamento dell’edificio già previsti dalla convenzione: il progetto, realizzato fin dagli anni ‘30 dall’ingegnere Stefano Ignazio Melchioni, fu portato avanti dal figlio Giovanni essendo l’ingegnere nel frattempo deceduto. L’ampliamento, necessario alle nuove esigenze e al decoro della città, portò a una grande solidità della costruzione e alle soluzioni prospettiche della facciata ancora presenti; si crearono tra l’altro quattro dormitori per 80 convittori. I lavori, terminati nel 1844 lasciarono l’edificio così come lo vediamo ancora oggi, senza però le decorazioni esterne in cotto realizzate successivamente durante la gestione del rettore Ercole Marietti, sacerdote e architetto galliatese, che gestì il “Gallarini” dal 1854 al 1905; lontano discendente del fondatore da parte di madre, è a lui che si deve durante il suo lungo rettorato la rifinitura esterna dell’edificio con tutte le decorazioni, i capitelli e i fregi ancora oggi ammirati. Nel 1880 fu realizzata l’ala verso piazza Bellini e largo Luigi Sante Colonna; nel 1886 tutte le scuole del collegio passarono sotto la diretta amministrazione comunale. Agli inizi del Novecento, una parte dell’ala del dormitorio crollò: il titolare della fornace Bottacchi, nel ripristinare l’edificio, realizzò una nuova copertura con tegole parigine gialle, rosse, nere e marroni che formarono i motivi cromatici della copertura del corpo verso ovest e che ancora oggi rendono unico l’edificio. La prima guerra mondiale fu esiziale per le sorti del collegio: l’attività ordinaria praticamente cessò per lasciare spazio a quella che era all’origine dell’edificio, l’attività cioè di ospedale militare. Da quel momento iniziò una lenta e inarrestabile decadenza che portò l’edificio vicino alla propria distruzione pur avendo accolto, durante tutto il Novecento, uffici, scuole e persino una trattoria. Il “Gallarini” può dunque essere considerato come luogo simbolo della città, luogo di promozione di quei mutamenti sociali che hanno portato nell’Ottocento da una società di ordini ad una società di classi, dove la classe media, che si è formata anche tra le sue mura, si è poi potuta ampliare grazie alla nuova vocazione commerciale della città. La svolta musicale che mutò la storia dell’edificio si innesta su una tenue tradizione del luogo: nella seconda metà dell’Ottocento la musica, assieme al disegno, venivano insegnate ai convittori a richiesta, e così dal 1846 al 1848 Simone Caligaris seguito dal 1849 al 1854 da Vincenzo Buratti, quindi dal 1854 al 1860 da Abele Masini e ancora dopo da Marco Monina, furono coloro che portarono nei suoi locali l’arte dei suoni. IL CONSERVATORIO Novara sentiva l’esigenza di dotarsi di una scuola musicale di livello, che potesse formare i giovani garantendo loro un titolo di studio riconosciuto: voleva il Conservatorio, a coronare una storia musicale locale di alto valore. Se ne cominciò a parlare in Consiglio comunale il 31 marzo 1980: si decise di fare ufficiale richiesta al Ministero della Pubblica istruzione, ma in prima battuta l’istanza fu respinta. Il Comune riprovò il 12 dicembre dello stesso anno, chiedendo di poter aprire in città una sezione staccata del Conservatorio di Alessandria che si rendeva disponibile al progetto. In attesa di risposte da Roma, la città cambiò sindaco e giunta: da Maurizio Pagani si passò a Armando Riviera; assessore all’Istruzione venne nominato Enrico Nerviani. La giunta comunale non mollava la presa e, finalmente, il 3 luglio 1982, il Ministero inviava a Novara due ispettori: messa in moto tutta la macchina burocratica, bisognava individuare infatti un edificio che potesse essere adatto al caso: tornò così l’ora del “Gallarini”, situato in una posizione strategica e dalle volumetrie consone, bisognoso però di grandi cure. Il 10 settembre 1982 veniva siglata la Convenzione per la nascita del Conservatorio da parte del sindaco Riviera in rappresentanza dell’amministrazione comunale, da Antonio Corvasce per il Ministero della Pubblica Istruzione, e da Enrico Nerviani rappresentante del consiglio di amministrazione dell’Istituto Dominioni. Perché la prima sede (provvisoria) della sezione staccata del Conservatorio di Alessandria fu posta nell’Istituto Dominioni in via Monte San Gabriele nel quartiere Porta Mortara, in attesa di poter entrare nel “Gallarini” restaurato. Le lezioni per i 111 ammessi al primo anno, iniziarono il 9 dicembre 1982, e iniziarono anche per gli alunni della scuola media annessa: armonia e contrappunto, pianoforte, viola, violino, violoncello, clarinetto, contrabbasso, fagotto, flauto, oboe, tromba e trombone, chitarra, teoria e solfeggio, pianoforte complementare, storia della musica le materie di inizio attività. Il 5 marzo 1983 il Conservatorio si presenta finalmente alla città con un saggio d’apertura dei suoi primi studenti. Nel frattempo, tra il 1982 e il 1988 continuarono incessanti i lavori di ristrutturazione del “Gallarini”. Tanti i problemi affrontati dai progettisti, l’ingegner Ugo Perazzo, l’architetto Franco Passarello, l’architetto Roberto Guasco, risolti i quali è stato possibile realizzare l’agognato trasloco in un “Gallarini” completamente trasformato che ha permesso di iniziare, nella sede definitiva, l’anno scolastico 1988-89. Mancava ancora un tassello per poter avere un conservatorio bastante a sé stesso, cioè autonomo: l’Auditorium con organo. E in previsione della conclusione dei lavori ormai giunti a buon punto nei vecchi locali del magazzino del sale, sollecitato da tante pressioni cittadine, il Ministero della Pubblica Istruzione, con decreto 27 novembre 1995 istituiva il Conservatorio di Musica di Novara (GU Serie Generale n. 257 del 02-11-1996). Errore. Il nome file non è specificato. E finalmente, il 6 giugno 1997, l’Auditorium, intitolato ai fratelli Olivieri, veniva ufficialmente inaugurato. Ancora oggi la piccola bomboniera a forma di T rappresenta la vetrina più illustre delle produzioni del Conservatorio oltre ad essere un palco importante per molte manifestazioni novaresi. La sua realizzazione ha comportato notevoli energie progettistiche, riuscendo a sfruttare la sala più vasta dell’ex Collegio Gallarini, i locali del magazzino del sale, adibiti nel corso degli eventi che hanno accompagnato la città e la struttura a compiti diversi. Il tutto grazie a due simpatici zitelloni novaresi che hanno guidato per molti anni la musica in città dal loro osservatorio privilegiato del negozio di corso Cavour, oggi ormai un ricordo solo per i più canuti: i fratelli Olivieri che, dopo la loro dipartita, hanno voluto lasciare un grande segno musicale alla città a loro nome. Ottenuta l’autonomia era necessario trovare un personaggio significativo della cultura musicale novarese cui intitolare il Conservatorio cittadino appena affrancatosi dall’omologo alessandrino. La volontà era quella di ricordare a imperitura memoria una gloria locale, non fregiarsi di un nome tra i grandi che con Novara nulla aveva avuto a che fare. La cultura cittadina si era dunque data da fare in indagini storico-musicali che avevano portato, dopo diverse esclusioni, ad un “duello” conclusivo: Isabella Leonarda (Novara, 1620-1704) e Guido Cantelli (Novara 1920 – Paris, Orly 1956). Naturalmente la città si spaccò in due: i fautori della composizione contro quelli della interpretazione, i passatisti contro i modernisti, le pari opportunità…; furono persino organizzati gazebo elettorali e pubbliche raccolte di firme: la decisione spettò ad ogni modo al Collegio dei professori del Conservatorio di allora. La cerimonia ufficiale di intitolazione avvenne il 18 giugno del 1998 e da quel giorno Guido Cantelli e la sua arte guidano idealmente il Conservatorio, le sue attività e i suoi attori. Da allora il “Cantelli” ha sostituito idealmente il “Gallarini” costruendo giorno per giorno arte, sapere, condivisione, umanità. I DIRETTORI Folco Perrino (fiduciario), Vincenzo Cerutti, Franco Balliana, Ettore Borri, Renato Meucci, Roberto Politi, Alessandra Aina I PRESIDENTI Carlo Cigolotti, Anna Belfiore, Lorenzo Olivieri, Federico Domenico Eraldo Sacchi Per approfondimenti: Enzo De Paoli, Novara città musicale: guida al Conservatorio, Novara, Comune di Novara, 1983 Roberto Guasco, Il collegio Gallarini. Visite alla scoperta della città, Novara, Centro Stampa Comunale, 1986 Dorino Tuniz, Edificio ex Collegio Gallarini, in La città ritrovata. Interventi di recupero urbano a Novara, Novara, Comune di Novara, 1988 Giulio Quirico – Bianca Maria Sguazzotti, La società novarese nell’età della Restaurazione, in “Bollettino Storico per la Provincia di Novara”, A. CI, 2010, n. 1 Luca Dal Bello, Collegio Gallarini. Una storia tra le note, Novara, UniversiCà, 2015

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